Equipaggio

- Gianmarco Sbraga, CAPITANO
- Pierfrancesco Sbraga
- Flavio Rossi
- Emanuele Rossi
- Ivan Stante
- Luigi Stante
- Diego Scifoni
- Matteo Proietti Mari
- Dino Rossi
- Filippo Mari
Con la passione che ci mettiamo credo che riusciamo a trasmettere agli spettatori il nostro sentimento.
Il Rione Missione deve il suo nome al palazzo risalente al 1739 e costruito per volere dell’abate Giovan Battista Spinola, commendatario dell’abbazia sublacense. Situato nell’attuale piazza Ulderico Pelliccia, la funzione del palazzo era ospitare i preti della missione, ovvero i religiosi che andavano in giro per l’Europa ad educare un clero non sempre all’altezza dei compiti da svolgere, o andavano a predicare messa nelle ricorrenze più importanti, laddove i parroci locali non erano ritenuti in grado.
Il palazzo della missione, oltre che “scuola di formazione” per i missionari, fu anche residenza degli abati commendatari impossibilitati ad abitare all’interno della Rocca, perché fatiscente ed inadeguata. Lo stesso Spinola vi abitò nel palazzo per due anni e visse lì anche Giovanni Angelo Braschi, fino all’elezione a papa nel 1775, col nome di Pio VI. Nella prima lettera da pontefice, il vescovo di Roma garantì ai sublacensi che sarebbe rimasto comunque abate commendatario ed avrebbe fatto per l’abbazia quanto non aveva potuto fare da abate.
Effettivamente Pio VI mostrò sempre grande interesse verso Subiaco. A testimonianza di ciò, sotto la statua di Pasquino a Roma, fu rinvenuta la rima
“Le paludi, Subiaco e la Sacrestia, sono tre corbellerie di Vostra Signoria”.
Al Braschi, per esempio, si deve la realizzazione dello “stradone” che, partendo dall’attuale via Dante Alighieri, rese finalmente agevole il collegamento tra la parte bassa di Subiaco e la Rocca. A ridosso dell’inizio della nuova strada, Pio VI fece erigere due ingressi monumentali di forma ottagonale, e lungo i bordi furono piantati olmi e platani. Inoltre, ordinò che l’attuale Piazza Santa Maria della Valle fosse ampliata ed arredata con sedili e alberi.
L’attuale piazza Ulderico Pelliccia era il giardino del palazzo della Missione, adornato con diverse fontane alimentate dalla vicina sorgente della Forma.
L’area intorno all’attuale Poggio Verde era invece coltivata a ulivi, parte dei quali appartenevano ai preti della Missione e parte alla chiesa di San Martino di Tours.
Spinti da un contesto simile, molti ricchi e benestanti scelsero questo nuovo quartiere per costruire fastose residenze. Come i Moraschi Piatti, che qui vissero all’interno di un sontuoso palazzo. Poco più in basso Arnaldo Angelucci, rettore della Regia Università Federico II e scrittore di scienza e storia, donò alla città terreno e soldi per realizzare un ospedale, che rimase la struttura sanitaria di Subiaco fino al 1978, oggi sede della Biblioteca Comunale.
In epoca medievale, invece, l’ospedale di quartiere era quello di San Giacomo, alloggiato all’interno dell’edificio che oggi appartiene a Villa Consalvi. Qui affluivano malati e bisognosi provenienti da Vignola, Cervara e più in generale, dalla vicina montagna. Diversamente dagli altri rioni, chiusi e protetti da mura, quello della Missione fu sempre il più “aperto” perché abituato alle relazioni e ai rapporti con genti vicine e lontane.
Marcia del Rione
Gente di poca fede e scarso ingegno, chi più di noi deciderà la sorte, chi più di noi di vincere è degno. Sapete, in cuore già, teste di legno, che solo la Missione è il rione più forte. Chi è lo sciocco che ancora chiede perché. Vincerà chi ha cuore, muscoli e sapienza. Ricordatevi di Davide e Golia!
Alla Missione la vittoria, a San Lorenzo la gloria!