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RIONE
SAN LORENZO

L'ulivo di glauca foglia
nutre i nostri figli

Equipaggio

  • Maurizio Mercuri, CAPITANO
  • Fernando Mercuri
  • Daniele Mercuri
  • Daniele Appodia
  • Simone Appodia
  • Piergiorgio Micozzi
  • Mattia Lauri
  • Christian Micozzi
  • Matteo Appodia
  • Giordano Rapone

Il rione di San Lorenzo è il luogo dove nacquero Subiaco e la sua prima comunità ecclesiale, da cui a partire dal 40 d.C. penetrò il cristianesimo, prima che altrove.
Esso ebbe il ruolo di colmare il vuoto lasciato dall’Impero di Roma a partire dall’organizzazione della società. Nella contrada è stata sempre particolarmente diffusa la presenza di ulivi autoctoni. Le olive, con i fichi, l’uva e le castagne, erano uno degli alimenti più preziosi, soprattutto nei periodi di magra: venivano spremuti o conservati.

“Il 4 agosto del 369 l’anno terzo del Pontificato del Signore Damaso, Sommo pontefice e Papa universale sedente nella Santissima Cattedra del Beato Pietro, io Narzio Patrizio abitatore di Roma ho eretto la chiesa del Beato martire Lorenzo, posta nella corte di Subiaco”.
Così scrisse Narzio nell’atto ufficiale col quale cedeva le terre dell’Impero Romano agli abitanti di San Lorenzo, ordinando anche che queste fossero divise e gestite in maniera comunitaria. A controfirmare il documento fu Giovanni “pubblico notaro abitante di questo paese”. Oltre ai nuovi confini, si stabiliva che il centro amministrativo e culturale della nascente comunità sarebbe stata la chiesa appena costruita.

San Lorenzo divenne patrono di Subiaco e ogni 4 agosto la comunità festeggiava il suo patrono anche con una fiera, un mercato più ricco del solito.
Con l’introduzione del Calendario gregoriano il giorno di San Lorenzo divenne il 10 agosto.
Oltre al martire, il nuovo edificio era in realtà dedicato anche a Santa Maria “In stagnano”, cioè vicino al lago, poiché il territorio ospitava tre laghi artificiali che erano piscine limarie per la decantazione delle acque.
Era abitato da una sorprendente diversità di gente: le tribù rustiche locali, gli equi sconfitti dai romani e rimasti intorno ai campi di battaglia, gli schiavi necessari per realizzare le grandiose opere idrauliche volute da Claudio Caligola.
Dai documenti sembra che fossero oltre trentamila persone, provenienti da ogni angolo dell’Impero. Cospicua era pure la presenza dei veterani dell’esercito romano. In cambio del lavoro svolto, Roma assegnò loro diversi terreni del sublacense da poter coltivare.

Le principali attività economiche del rione erano l’agricoltura e la pastorizia. L’artigianato, invece, si diffuse grazie agli schiavi impiegati nella costruzione dell’acquedotto, molti dei quali erano artigiani e abili decoratori e condivisero i loro saperi con il resto della comunità, favorendo la nascita di un’attività prima di allora sconosciuta.
Luogo degli scambi era il mercato settimanale, che si svolgeva sul prato dell’attuale campo di calcio dello stadio comunale.

La chiesa voluta da Narzio iniziò a perdere importanza e centralità sul finire dell’undicesimo secolo, quando Subiaco conobbe un nuovo patrono.
L’Abate Giovanni, infatti, ordinò che la Rogazione del 25 aprile (la più importante perché volta ad invocare fertilità ed un buon raccolto) fosse celebrata allo Speco di San Benedetto, in un periodo in cui il monastero ancora non esisteva. Fu così che Il monaco di Norcia divenne il protettore di Subiaco.

Marcia del Rione

Figli, siete tutti figli nostri. Che i subbiacciani di oggi sono discendenti nostri, quelli di San Lorenzo. Che avete fatto per venti secoli? Vi richiamiamo all’ordine, ristabilendo i ruoli. A chi compete l’autorità? Al padre! A chi la libera sottomissione? A voi figli. Rassegnatevi!
A San Lorenzo la vittoria, a San Lorenzo la gloria!

Vincitore del Palio 2018